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al Codice di Diritto Canonico

 

a cura della Redazione di Quaderni di Diritto Ecclesiale

       

       

       

       

       

       

       

       

       Attraversando la campagna della nostra bella Italia balza immediatamente all’occhio la presenza di agglomerati residenziali, a volte anche molto piccoli, caratterizzati sempre dalla presenza di una chiesa. Non diverso è quando si percorrono zone collinari o montane che all’orizzonte sono sempre segnate dalla sagoma di un campanile. Questa semplice esperienza rende molto bene la realtà della presenza capillare e diffusa della Chiesa grazie a una miriade di parrocchie, espressione della massima prossimità alla vita della gente. Questa modalità di prossimità, che è durata per secoli in gran parte dell’Europa, oggi è in forte crisi anche perché il legame delle persone con il territorio è radicalmente cambiato rispetto al passato e il volto delle comunità è sempre più modellato su un territorio di tipo “esistenziale”.

       Questo processo, che negli ultimi decenni si è particolarmente accelerato, e i grandi mutamenti nel sentire religioso delle persone hanno costretto le diocesi e le parrocchie a misurarsi con una realtà sociale e pastorale profondamente mutata e a ripensare l’identità delle comunità parrocchiali non più in chiave di conservazione delle fede ma piuttosto in una prospettiva più missionaria.

       A questa prospettiva è dedicato il primo articolo della parte monografica nel quale Pierantonio Pavanello legge il documento della Congregazione per il clero La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa del 29 giugno 2020, mettendo in evidenza le sue ricadute sul piano istituzionale e normativo. La necessità di rinnovamento, affinché le parrocchie diventino sempre più missionarie e capaci di nuove aperture nel cammino di evangelizzazione, comporta notevoli mutamenti nell’ambito delle attività pastorali ed esige un ripensamento radicale anche relativamente alla loro presenza nel territorio. La fine delle parrocchie intese come realtà autonome e autoreferenziali e la necessità di uno stile di collaborazione e di condivisione tra le stesse comportano anche un ripensamento della loro dimensione territoriale, aprendole alla prospettiva della creazione di unità pastorali o di altre forme di aggregazione tra le diverse comunità parrocchiali. Tutto della vita parrocchiale deve essere ripensato in chiave missionaria, anche la loro riorganizzazione nel territorio della diocesi.

       Questo fenomeno non riguarda solo la Chiesa in Italia ma è ampiamente condiviso da diverse nazioni europee che in questi ultimi anni si sono cimentate in una radicale revisione della presenza territoriale della Chiesa. L’articolo di Massimo Calvi offre una panoramica, dichiaratamente non esaustiva e per lo più esemplificativa, degli interventi fatti nella rimodulazione del territorio da parte di alcune diocesi europee, mosse in questo sia da una profonda tensione ideale sia da elementi di crisi della vita ecclesiale, primo fra tutti il drastico calo del numero di presbiteri a servizio della pastorale parrocchiale. Il contributo evidenzia sostanzialmente due tipi di approccio: la costituzione delle unità pastorali o di altre forme aggregative tra le parrocchie esistenti e la creazione di vere e proprie nuove parrocchie, giuridicamente costituite e riconosciute, che nascono dall’estinzione delle parrocchie esistenti. Le due modalità, largamente utilizzate in alcune diocesi europee, comportano diverse conseguenze sul piano istituzionale e normativo che incidono sulla figura del parroco come pastore proprio, sulla modalità di condivisione pastorale degli altri presbiteri, sul ruolo dei laici nella collaborazione intraecclesiale, sui cammini di iniziazione alla fede cristiana, sulla configurazione degli organismi di partecipazione ecclesiale, sulle responsabilità in campo economico e amministrativo e sulle modalità della rappresentanza legale. Tale cammino di rinnovamento ecclesiale cerca anche di contemperare da una parte la necessità di dare vita a circoscrizioni ecclesiali più ampie che permettano di unire forze e energie ecclesiali e dall’altra la volontà di non spezzare il legame di identità e di appartenenza dei fedeli con le comunità parrocchiali che si sono consolidate nel tempo.

       Completa la parte monografica l’articolo di Francesco Grazian che, soprattutto nella seconda parte, si misura con due recenti documenti tra loro correlati, uno di carattere ecclesiale, l’altro civile: la Nota della Conferenza episcopale italiana in ordine a vicende estintive e modificative delle parrocchie, del 21 febbraio 2024, e la Circolare del Ministero dell’interno, Dipartimento per la libertà civile e l’immigrazione (lettera prot. 436 del 20 febbraio 2024), con oggetto il Procedimento per il riconoscimento civile di modificazione, accorpamenti e soppressioni di Parrocchie. Indicazioni e modulistica di riferimento elaborata di concerto con la Conferenza Episcopale Italiana. L’autore si sofferma soprattutto su eventuali soppressioni o accorpamenti di parrocchie, ne propone l’iter procedurale e ne approfondisce le ricadute normative sull’ente parrocchia e sulle sue attività istituzionali.

       I tre contributi aiutano ad illustrare la delicatezza del momento ecclesiale relativamente alla vita delle comunità parrocchiali e alla loro riorganizzazione territoriale in un tempo di grandi trasformazioni sia in ambito culturale che pastorale. Se da molte parti si tende a ritenere superata la parrocchia come strumento della presenza ecclesiale, i tre autori, da prospettive diverse, riconoscono la valenza della parrocchia, non nel riproporsi immutabile di una identità consolidatasi nei secoli, ma come strumento anche giuridicamente flessibile, capace di adeguarsi e adattarsi alle nuove esigenze pastorali.

       La seconda parte del fascicolo comprende anzitutto la pubblicazione di un prospetto di procedura amministrativa, dedicato quest’anno alla dimissione di un religioso di voti perpetui da un istituto di diritto pontificio. Il prospetto, in allegato alla rivista, è introdotto da una breve presentazione all’interno del fascicolo. Vengono poi pubblicati due contributi. Il primo, di Angelo Ciarafoni, riguarda gli enti religiosi operanti nel Terzo settore; si anticipa in questo modo una tematica che verrà affrontata prossimamente nella parte monografica della Rivista. Il secondo, di Carlo R. M. Redaelli, riguarda 1a Caritas diocesana (natura, azione e prospettive); giunge così a termine la pubblicazione dei contributi relativi al corso del 2019 dedicato agli operatori delle curie diocesane. Conclude il fascicolo la presentazione generale del corso, con la cronaca delle giornate, dedicato alla tutela penale nella Chiesa, a cura della Redazione, tenutosi nell’agosto 2022.

       Al fascicolo è inoltre allegato un inserto integrativo alla VI edizione del Codice di diritto canonico commentato, che concerne i cann. 294-297, in considerazione dei cambiamenti apportati con il motu proprio Le Prelature personali, 8 agosto 2023, con il quale vengono modificati i cann. 295-296, relativi alle prelature personali. Il medesimo inserto comprende anche il testo della delibera n. 64 della Conferenza episcopale italiana, del 21 dicembre 2023, relativa al can. 1336, §§ 2, 2° e 4, 5°.

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